Guerrieri di Monte Bibele al soldo di Annibale?

Da Monte Bibele una straordinaria nuova linea di ricerca
“Un tesoretto di 77 monete d’argento contenente monete romane, magnogreche e celtico padane, fu ritrovato sotto la piazza del Campidoglio nel 1938, nei pressi del tempio del dio etrusco-gallico di Veiove. Tale scoperta, tramite il confronto con un nucleo monetale simile rinvenuto nel villaggio etrusco-celtico di Monte Bibele, dell’Appennino bolognese, ha permesso di ricostruire gli avvenimenti che presero luogo in tutta la Penisola Italica con l’arrivo del condottiero Annibale in Italia.”
Il Tempio capitolino di Veiove
Il console Lucio Furio Purpurione promise di erigere un tempio dedicato a Veiove nel 200 a.C.durante la Battaglia di Cremona contro i Galli Boi. Diede l’appalto nel 196 a.C. e il tempio venne inaugurato nel 192 a.C. da Quinto Marcio Ralla. Veiove era un dio giovanile infernale italico, protettore della fecondità e del bosco sacro, forse di origine etrusca. L’edificio era situato nella sella (inter duos lucos) tra le due cime del Mons Capitolinus, ovvero tra lo sperone chiamato Arx, dove era presente il tempio di Giunone Moneta, e il Capitolium, sede del tempio di Giove Ottimo Massimo. Nella stessa area era presente l’Asylum dove, secondo la leggenda, Romolo diede ospitalità ai fuggitivi delle altre città del Lazio, in modo da poter popolare la città che era stata da poco fondata.
Coincidenze straordinarie sul Monte Bibele e nuove domande per la ricerca
Le analogie tra il tesoretto monetale rinvenuto nell’abitato etrusco-celtico di Pianella di Monte Savino e quello sepolto ritualmente da Lucio Furio Purpurione all’interno del Tempio di Veiove pone oggi una nuova serie di domande di straordinaria importanza per lo sviluppo della ricerca.
L’ipotesi che il tesoretto monetale sepolto ritualmente sul Campidoglio fosse una paga standard di guerrieri Celti al soldo di Annibale, pone la domanda se gli stessi guerrieri residenti nella fase finale del villaggio di Monte Bibele (217-215 a.C.?) potessero ugualmente avere prestato servizio nel suo esercito. Se così fosse, non può non essere considerato il fatto che la posizione del villaggio di Pianella di Monte Savino si pone in relazione con la costruzione postuma, sull’opposto crinale, della consolare Flaminia Minore da parte del console del 187 a.C. Gaio Flaminio, dato che questa strada ha in qualche modo a che fare con quel passaggio di Annibale in Appennino che porterà alla sconfitta romana del lago Trasimeno del 217 a.C.
Tre i motivi di riflessione sul possibile legame tra Annibale, guerrieri Celti di Monte Bibele e la via Flaminia Minore:
- Le fonti affermano che nel suo secondo tentativo di passare l’Appennino, Annibale è aiutato da guerrieri Celti con conoscenza dei luoghi che gli indicano un passo a monte dell’asse Lucca-Fiesole-Arezzo non considerato dai consoli che lo attendevano ai piedi del versante appenninico toscano. Nella misura in cui i guerrieri di Monte Bibele risultano essere stati al soldo di Annibale ne consegue la domanda: possono essere stati proprio loro ad indicargli un passaggio verso la Toscana nel settore tra Savena e Santerno?
- L’aver utilizzato un passo non previsto dalle legioni in attesa ai piedi dell’Appennino toscano, porterà Annibale a seguire una direttrice che scavalca i presidi romani, portandolo alle loro spalle sulle sponde del lago Trasimeno. L’inseguimento da parte del console Gaio Flaminio indica che questi avesse verosimilmente dislocato le sue forze sull’asse alta Val di Chiana e alta val Tiberina, con fulcro Arezzo, non a caso lo stesso centro, insieme a Rimini, da cui, passate le guerre puniche, ripartirà l’invasione romana della Pianura Padana sulle direttrici convergenti su Felsina che verranno poi ricalcate dalla via Emilia e dalla via Flaminia Minore.
- La via tracciata da Gaio Flaminio nel 187 a.C. potrebbe in sostanza riprendere a ritroso il percorso seguito da Annibale in Appennino e di questo sarebbe indizio il fatto che il senato romano affidasse proprio a Gaio Flaminio, nipote dell’omonimo console morto nella battaglia del Trasimeno, tale compito.
Una seconda linea di ricerca è sconcertante. Sappiamo che Lucio Furio Purpurione celebra a Roma il suo trionfo per la sconfitta definitiva dei Galli Boi e, in conseguenza di questo, dedica il tempio sul Campidoglio ad una arcana divinità folgoratrice di origine etrusca, seppellendo ritualmente al suo interno le monete di una paga dei mercenari Celti di Annibale. Possiamo immaginare in questo atto una invocazione a Veiove di maledizione di quelle monete, nelle mani di chi le aveva accettate per una causa contraria alle sorti di Roma. Ebbene, quella stessa paga, trovata tra le case del villaggio di Pianella di Monte Savino, sappiamo oggi essere stata colpita da un fulmine che ha cagionato l’incendio che ha interamente distrutto l’abitato. Gli abitanti non tornarono più sul luogo per raccogliere ciò che avrebbero potuto comunque recuperare, perché il fulmine è il segno di una volontà divina imperscrutabile e definitiva che non lasciava loro possibilità di remissione. Non sappiamo l’anno esatto di quando questo avvenne, ma dalla datazione delle monete colpite è certamente dopo il 217 a.C. e prima del 187 a.C. e la maledizione folgoratoria sulle monete del Campidoglio sappiamo avere avuto compimento al completamento del Tempio di Veiove, e dunque… nel 192 a.C.